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Collezione di matematica
Sezione: CRITTOGRAFIA
IL CIFRARIO DI CESARE
Categoria principale |
Matematica |
Ambito |
crittografia |
Periodo |
2016 |
Numero inventario |
OA2 |
Dimensioni |
46 x 9 x 1,5 |
Materiali |
legno |
Costruttore |
Lorenzo Riola, Pietro Salviati |
APPROFONDIMENTI
Opuscolo
Manuale di Giano
DESCRIZIONE
Questo modello è stato ideato e costruito nell'ambito del progetto di Alternanza Scuola Lavoro "Oggettivamente Astratto"
Esso è un manufatto di applicazione del metodo crittografico di Giulio Cesare. È stato realizzato utilizzando due listelli mobili di legno, da incassare nelle apposite guide, e uno centrale fisso. Su ogni listello è stato applicato l’alfabeto italiano. Il listello mobile inferiore ci permette di spostare verso sinistra le lettere rispetto all’alfabeto centrale, il listello superiore ci permette invece di spostarle verso destra a completamento della sequenza alfabetica.
FUNZIONE
Il cifrario di Cesare è un sistema crittografico per sostituzione monoalfetica in cui l’alfabeto cifrante è ottenuto dall’alfabeto in chiaro traslando di k=3 posizioni le lettere. L’insieme di partenza e quello di arrivo sono costituiti dalle 21 lettere dell’alfabeto.
In questo metodo di cifratura si ha:
l’alfabeto del messaggio in chiaro in lettere maiuscole
l’alfabeto del messaggio cifrato in lettere minuscole
la corrispondenza biunivoca tra i due alfabeti
la chiave, definita dalla scelta del numero naturale k, con 0 < k < 21 .
NOTIZIE STORICHE
Svetonio nella Vita dei dodici Cesari, opera del II secolo d.C., scrive nel Cap I, paragrafo 56:
"Extant et ad Ciceronem, item ad familiares domesticis de rebus, in quibus, si qua occultius perferenda erant, per notas scripsit, id est sic structo litterarum ordine, ut nullum verbum effici posset: quae si quis investigare et persequi volet, quartam elementorum litteram, id est D pro A et perinde reliquas commutet."
Dunque Giulio Cesare adoperava per le sue corrispondenze riservate un sistema crittografico per sostituzione. Questo cifrario monoalfabetico è il più antico algoritmo crittografico di cui si abbia traccia storica e il primo in cui si introduce l’uso di una chiave che è il modo con cui opera l’algoritmo di sostituzione delle lettere cifrate a quelle in chiaro. Risultò per molto tempo sicuro ed efficace grazie alle successive forme più raffinate che presero in considerazione per la cifratura tutte le possibili permutazioni delle lettere dell’alfabeto. Furono i crittoanalisti arabi attorno all'anno 1000 a trovare il punto debole della sostituzione monoalfabetica. L’idea vincente fu quella di notare che in ogni lingua le lettere dell’alfabeto appaiono con una loro frequenza caratteristica e il metodo di sostituzione non altera la statistica del messaggio. Da allora questi modelli crittografici divennero decifrabili.
Nella Vita dei dodici Cesari, Svetonio descrive l'uso del sistema ma non fornisce indicazioni per la realizzazione di un manufatto utilizzabile per la codifica.