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Collezione di matematica
Sezione: CRITTOGRAFIA
SCACCHIERA DI POLIBIO
Categoria principale |
Matematica |
Ambito |
crittografia |
Periodo |
2016 |
Numero inventario |
OA1 |
Dimensioni |
20 x 20 x 0,5 |
Materiali |
legno |
Costruttore |
Lorenzo Riola, Pietro Salviati |
APPROFONDIMENTI
Opuscolo
Manuale di Giano
DESCRIZIONE
Questo modello è stato ideato e costruito nell'ambito del progetto di Alternanza Scuola Lavoro "Oggettivamente Astratto"
Esso è un manufatto di applicazione del codice di Polibio. È costituito da una griglia contenente le lettere maiuscole dell’alfabeto greco posta su un cassetto con apertura basculante. Tutte le lettere, necessarie alla codifica, sono state stampate ed incollate sulle apposite sagome in compensato che, dopo il taglio, sono state limate per raffinare i bordi. Per completare il modello e far risaltare lucentezza e colore sono stati applicati tintura per legno e vernice acrilica.
FUNZIONE
La scacchiera di Polibio è un cifrario per sostituzione che associa ad ogni lettera dell’alfabeto in chiaro una coppia ordinata di numeri. L’insieme di partenza è costituito dalle 24 lettere maiuscole dell’alfabeto greco, quello di arrivo dai primi cinque numeri, che i greci scrivevano utilizzando le lettere minuscole del loro alfabeto.
In questo metodo di cifratura si ha:
l’alfabeto del messaggio in chiaro
l’alfabeto del messaggio cifrato
la corrispondenza biunivoca tra i due alfabeti, definita dalla forma della scacchiera
la chiave, definita dalla particolare permutazione delle lettere poste sulla scacchiera.
NOTIZIE STORICHE
Polibio nato a Megalopoli, in Arcadia, tra il 205 - 200 a. C., storico greco, ricoprì incarichi militari di grande prestigio, arrivando nel 170 a.C. ad occupare la carica di ipparco, comandante di uno squadrone di cavalleria.
L’opera principale di Polibio, Storie, nasce direttamente dalla sua esperienza personale e narra le guerre puniche, documentando l’ascesa di Roma da potenza locale della penisola italica a dominatrice assoluta e incontrastata della realtà mediterranea
Polibio ideò il più antico codice poligrafico. Lo storico greco lo descrive come un metodo per inviare messaggi mediante l’uso di torce, come fosse un telegrafo ottico. Questo "telegrafo a fiaccole", nato come sistema di comunicazione a distanza divenne nei secoli successivi un sistema crittografico. Utilizzato dai Romani per le trasmissioni lungo le vie consolari e quelle costiere, il codice, adattabile a qualsiasi lingua, fu alla base di macchine cifranti fino alla Prima Guerra Mondiale.
Esso può essere applicato anche come cifrario a colpi, quello, per esempio, usato dai detenuti: il messaggio viene battuto lasciando una pausa breve tra i due numeri che sostituiscono la lettera e una pausa più lunga tra una lettera e l’altra.
Nel passo delle Storie (X,45-47), Polibio descrive l'uso del sistema ma non fornisce indicazioni per la realizzazione di un manufatto utilizzabile per la codifica.