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Collezione di matematica
Sezione: CALCOLO
LAGOMARSINO TOTALIA 8641
Categoria principale |
Matematica |
Ambito |
calcolo |
Periodo |
1959 |
Numero inventario |
16 |
Dimensioni |
21 x 39 x 21 |
Materiali |
metallo |
Donatore |
Ditta Masi* |
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APPROFONDIMENTI
SITO ESTERNO - Storia delle calcolatrici
DESCRIZIONE
Macchina elettromeccanica da calcolo, funzionante con sistema a cremagliera con unità aritmetica simplex. Ha una capacità di 12 colonne di impostazione per 13 di risultato. L’inserimento delle cifre avviene da tastierino numerico completo. Pesa 13,7 kg. Molto usata negli anni ’60 negli studi professionali
FUNZIONE
La macchina può eseguire addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e stampa il risultato fino a tredici cifre.
NOTIZIE STORICHE
La Totalia 8641 è stata prodotta nello stabilimento di Milano della Lagomarsino F.A.I. (Fabbrica Addizionatrice Italiana).
Per molti anni l'azienda operò come distributore italiano di diversi tipi di macchine calcolatrici europee come Addo, Brunsviga e Facit ed alcune di esse apparvero sul mercato col doppio logo (es. Facit e Lagomarsino) . Poco prima della la II guerra mondiale, la società introdusse sul mercato due nuove linee con il nome Totalia e Numeria.
Nel 1936 la svedese Addo iniziò a Malmo la produzione della Addo X, un’addizionatrice meccanica con stampante e tastiera ridotta. Su licenza Addo tale modello, col nome Totalia, fu prodotta in Italia dalla FAI (Fabbrica Addizionatrici Italiana) e commercializzata dalla Lagomarsino.
La produzione della linea Numeria iniziò invece nel 1940 e fu inizialmente commercializzata dalla SICMU (Società Italiana Commercio Macchine Ufficio) e successivamente dalla Lagomarsino.
Entrambe le linee di prodotto sono state successivamente sviluppate in modo indipendente. Campagne pubblicitarie alla fine degli anni 1960 sostenevano che le macchine Lagomarsino erano state vendute in oltre 120 paesi.
La Lagomarsino prima della guerra aveva una importanza pari a quella di Olivetti, ma un management estremamente conservativo e per nulla incline alle innovazioni, rese sempre più marginale la sua presenza sul mercato, dove si era ridotta a rappresentare marche straniere di secondaria importanza che la portarono alla chiusura delle attività.